Il Papa scrive al rabbino di Roma Di Segni: «Rafforzare il dialogo della Chiesa con il popolo ebraico»

Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, ha ricevuto il messaggio personale da Papa Leone XIV, con cui è stato informato della sua elezione a nuovo Pontefice

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Corriere della serea

Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, ha ricevuto il messaggio personale da Papa Leone XIV, con cui è stato informato della sua elezione a nuovo Pontefice. Nel suo testo, il Pontefice si impegna «a continuare e a rafforzare il dialogo e la cooperazione della Chiesa con il popolo ebraico nello spirito della dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano secondo».

Lo comunica in una nota la Comunità ebraica di Roma. «Il Rabbino Capo di Roma - si legge nel documento - che sarà presente alla celebrazione della inaugurazione del pontificato, ha accolto con soddisfazione e gratitudine le parole a lui dirette dal nuovo Papa».

Di Segni aveva omaggiato la salma di Papa Francesco a Santa Marta e, sabato 26 aprile, partecipato ai funerali «nel rispetto dello Shabbat», ovvero arrivando a San Pietro a piedi. Nel giorno della settimana dedicato al riposo, infatti, sono esclusi di norma il lavoro e molte altre attività, dall'uso dell'auto alle cerimonie funebri appunto, ma per Francesco un'eccezione - pur nel rispetto delle regole - è stata fatta.

Il rapporto con Papa Francesco Prima, c'era stato il caso delle mancate condoglianze per la morte del Papa da parte del primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu. Di Segni in tv a Porta a Porta aveva dichiarato: «Non bisogna fare confusione tra due ruoli incomparabili, lui è il primo ministro dello Stato di Israele e noi siamo la comunità ebraica di Roma, che è presente in questa città da più di duemila anni, da prima che venissero i cristiani e quindi abbiamo una lunga storia, non tanto semplice, di rapporti con la Chiesa cattolica, è una storia di contrasti e di amicizia che si è consolidata in questi ultimi anni per cui noi dal nostro locale punto di vista locale vediamo le cose vivendo in mezzo ai cristiani».

Mentre a proposito di quando il Papa parlò di genocidio, suscitando il disappunto di Netanyahu, Di Segni aveva aggiunto: «Il rapporto che ha avuto questo Papa con la comunità ebraica è un rapporto molto complesso, perché all’inizio ha creato una grande amicizia e poi è stato capace di smontare questo rapporto con una serie di interventi – non soltanto con quell’espressione impropria usata – che ci hanno lasciato molto perplessi. Però un conto è il rapporto con un Papa per alcune sue posizioni in un momento della sua vita, un altro è il rapporto della Comunità ebraica di Roma con la cristianità e con i cristiani in mezzo ai quali noi ebrei viviamo, conviviamo, discutiamo».

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